giovedì 15 maggio 2008

In memoria 32 - L'alto burrato

E disse: “Gerion, muoviti omai!
Le rote larghe e lo scender sia poco:
pensa la nuova soma che tu hai.”
Come la navicella esce di loco
in dietro in dietro, sì quindi si tolse;
e poi che al tutto si sentì al giuoco,
là ‘v’era il petto, la coda rivolse;
e quella tesa, come anguilla, mosse,
e con le branche l’aere a sé raccolse.
[...]
Come ‘l falcon ch’è stato assai sull’ali,
che, sanza veder logoro o uccello,
fa dire al falconiere: “Ouè, tu cali!”
discende lasso onde si mosse snello,
per cento rote, e da lungi si pone
dal suo maestro, disdegnoso e fello;
così ne pose al fondo Gerione
a piè a piè della stagliata rocca;
e, discaricate le nostre persone,
si dileguò come da corda cocca.

Inferno, canto XVII versi 97-105 e 127-136

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