lunedì 5 maggio 2008

Le donne dei comics - Emma Frost

Sono consapevole di correre un grosso rischio scrivendo queste righe, cioè quello di sembrare un tredicenne segaiolo che compra L’uomo ragno sperando di vedere le tette di Mary Jane. Vi prego di credermi quando vi dico che non è affatto così.

La domanda di fondo è: cosa sarebbero i fumetti senza le figure femminili che da oltre cinquant’anni ne sono, in varia misura, protagoniste? A prescindere dall’intento di catturare un pubblico prevalentemente maschile, infatti, credo ci siano altri motivi se le rappresentanze del gentil sesso sono così diffuse in ogni genere fumettistico. Sia le produzioni di matrice italiana (Dylan Dog, Julia, Legs, Jonathan Steele, ...), così come quelle americane e giapponesi (qui l’elenco sarebbe infinito), hanno sempre investito molto sulla caratterizzazione dei personaggi femminili, siano esse semplici comprimarie di altri personaggi, che vere e proprie protagoniste della scena. Soprattutto negli ultimi anni, i ruoli femminili si sono sempre più arricchiti di aspetti intriganti e complessi, come la sessualità o il desiderio di emancipazione. Riguardo a questi temi mi vengono in mente un paio di esempi di cui parlerò qualche altra volta, in questa occasione voglio soffermarmi su uno dei personaggi più interessanti e plurisfaccettati di cui abbia letto negli ultimi anni, vale a dire Emma Frost, la Regina bianca.

Per chi non la conoscesse, questa bellissima famme fatale fa parte da parecchio tempo delle storie dei mutanti della casa editrice Marvel comics, e devo dire che, nell’assoluto declino che questi personaggi stanno subendo da qualche anno, forse Emma Frost è l’unica che mantiene degli aspetti interessanti. I suoi esordi la vedono comparire come dark lady tra le fila del Club infernale, e se di dark all’apparenza non c’è nulla, di certo merita a pieno titolo il ruolo di Regina bianca che ricopre nella cerchia interna di questa setta. Alta, bionda, magra e formosa, vestita solo di una striminzita lingerie rigorosamente bianca e coperta da un mantello col collo di pelliccia, la vediamo inizialmente tessere sottili trame e manovrare nell’ombra per ottenere il controllo capillare di tutte le stazioni del potere newyorkese, dalla criminalità all’alta finanza. Anche lei è una mutante, una delle telepati più potenti del pianeta, seconda solo a Charles Xavier e forse a Jean Grey, ma a differenza di questi ultimi, non esita a sfruttare questo potere per i suoi scopi personali, senza curarsi delle sue vittime.

Le cose cambiano quando, in seguito a vicende troppo lunghe da spiegare, si ritrova a possedere il corpo dell’Uomo ghiaccio, in cui trasferisce al sua psiche, mettendo a nudo il vero potenziale dell’eroe che fino ad allora era stato da tutti, lui stesso per primo, sottovalutato. Ecco una prima traccia di quella complessità cui accennavo prima. Anche se con modi brutali e dolorosi, le va riconosciuto il merito di aver reso consapevole Bobby Drake delle sue reali capacità, cosa che tutti i suoi amici e compagni, considerandolo un po’ il buffone di corte, non avevano mai saputo fare in tanti anni.

In seguito a queste vicende, Emma Frost si ritrova a collaborare con gli X-Men, e in poco tempo, così come aveva fatto nelle schiere del male, riesce a salire, gradino dopo gradino, la scala che porta ai vertici del gruppo. Prima direttrice della Scuola per giovani dotati insieme a Banshee, poi dello Xavier institute, e quindi capo riconosciuto del gruppo insieme a Ciclope, e responsabile dell’istruzione dei giovani. Tutto questo non è certo facile, visto che per molti rimane comunque la Regina bianca, una donna malvagia e senza scrupoli di cui non ci si può fidare. Ma la gran forza di carattere di questa donna le permette di sopportare le invettive e ribattere agli insulti colpo su colpo, conquistandosi poco a poco, se non l’affetto, certamente il rispetto di tutti i membri del gruppo.

Nelle mani di uno scrittore particolarmente intraprendente, la scopriamo anche capace di sentimenti, per quanto in modo contorto. All’insaputa di tutti, infatti, allaccia, proprio con Ciclope, una relazione amorosa, che si svolge tutta all’interno delle loro menti, nelle quali si muove disinvolta, riuscendo per un po’ a tenerla nascosta persino a Jean Grey, moglie di lui, e a sua volta potentissima telepate e telecineta. Come sempre in questi casi, sulle note di un banale “Non è come sembra”, la tresca viene scoperta dalla moglie tradita, se non nei fatti certamente nei pensieri, che in preda al furore fa strazio della mente di Emma. Lei però resiste, forte forse di quel nuovo sentimento che sente per Scott, che le fa sopportare la messa a nudo di tutti i segreti della sua adolescenza da parte di Jean. E poco tempo dopo, alla morte (l’ennesima) di quest’ultima, Emma prende a pieno titolo il suo posto accanto a Ciclope, incurante degli sguardi indignati dei compagni in lutto per la morte dell’amica.

Questi pochi episodi delle vicende di questo personaggio credo che bastino a rendersi conto di come Emma Frost sia ben più che un paio di tette in un corpetto bianco, e poco importa in fondo se i disegnatori si sono scatenati a renderla anche estremamente sexy. La bellezza di questa donna non sta solo nel suo aspetto, ma ha risvolti molto più variegati e spesso oscuri.

Mi sembra chiaro che non tutti i personaggi femminili che fanno mostra di sé nei fumetti condividano con Emma Frost la stessa complessità, e mi soffermerò in futuro anche su alcuni in cui l’anatomia femminile è forse l’unico aspetto degno di nota. Ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio, a volte si può trovare qualche fiore pregiato.

Per una prima conoscenza del personaggio, un buon inizio potrebbe essere la miniserie “Emma Frost” nei suoi tre volumi: “Scuola di vita”, “Giochi mentali” e “Bloom”, di Bollers e Green, che mostrano come la rabbia e il desiderio di rivalsa di un’adolescente possano dare frutti diversi a seconda che siano incanalati da valori positivi o negativi.

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