lunedì 9 giugno 2008

Il fascino del male - Mr. Freeze

Di tutti i personaggi che sono abituali ospiti dei confortevoli alloggi dell’Arkham asylum, Mister Freeze è forse quello che suscita più solidarietà. Per quante volte le sue origini siano state rielaborate, rimane sempre un elemento di innegabile sfortuna che le caratterizza. Nella sua prima apparizione, Victor Fries, che allora si faceva chiamare Mister Zero, veniva a contatto con un fluido congelante sul quale stava lavorando, che lo rendeva intollerante a qualsiasi temperatura superiore allo zero, costringendolo a vivere in luoghi freddi e isolati dal resto del mondo. In un primo tempo, il personaggio si limitava a perfezionare le sue attrezzature per renderle ideali per commettere crimini, ma in tempi successivi si arricchì di sfaccettature psicologiche piuttosto intense. In particolare, un importante senso di solitudine comincia a impregnarlo fortemente, essendo a causa del suo incidente costretto a vivere isolato da ogni altro essere, senza poter conoscere (letteralmente) le sensazioni che è capace di dare il calore umano. In Mister Freeze, quindi, si fa un profondo accostamento tra il gelo in senso fisico del suo corpo e delle sue armi, con il gelo che imprigiona irrimediabilmente la sua anima. Al punto che, sebbene il denaro e le ricchezze rappresentano spesso il movente dei suoi crimini, quello che poi emerge è il desiderio di manifestare tutto il suo gelo interiore. Proprio per questo, Mister Freeze non ha nessuna esitazione a uccidere poliziotti, impiegati di banche e addirittura ignari passanti con al sua arma congelante, senza esternare la benché minima esitazione. “Sono un assassino a sangue molto freddo!”, come ama ribadire lui stesso al suo arcinemico per eccellenza, Batman.

La sua rivalità e il suo odio per il cavaliere oscuro si acuiscono quando, nella ennesima rielaborazione delle sue origini, viene introdotto un ulteriore elemento di afflizione: Nora. Segnato da un’infanzia difficile e da un’adolescenza vissuta nel completo isolamento e nel disprezzo di chi lo circondava, il giovane Victor incontra Nora, bellissima pattinatrice, che per la prima volta nella sua vita gli dimostra un affetto sincero, che in breve si trasforma in amore. Ma come spesso accade, quando nella vita si intravede uno spiraglio di serenità, la sorte si prodiga a spezzarlo. Un male incurabile condanna Nora a morte certa, e suo marito, forte dei suoi esperimenti sulla criogenesi, decide di ibernarla per trovare una cura e riportarla in vita. Purtroppo, in uno scontro con Batman, la capsula in cui la donna era contenuta va in frantumi, spezzandosi così per sempre ogni speranza di Fries di riabbracciarla. Da allora, il desiderio di vendetta nei confronti di Batman e dell’intera Gotham city sarà un elemento costante nelle storie di questo personaggio.

Ma anche Mister Freeze, come molti altri supercriminali gotamiti, ha una sua funzione nelle storie di Batman. Nel contrastare la sua gelida personalità, la sua fredda spietatezza, possiamo cogliere nel cavaliere oscuro quel qualcosa che spesso manca nelle sue storie: l’ottimismo. Una certa dose di ironia è presente nei suoi scontri con il maestro del gelo, colui che si vanta di aver annullato dalla sua anima qualunque emozione. Così, laddove a volte non riesce ad arrivare la paura, l’arma prediletta del pipistrello, in certi casi arriva un sorrisetto beffardo e sornione.

Aspetto che lui, con la sua solita superiorità morale, faccia dei commenti... sull’empietà dell’alleanza che abbiamo stretto lì sotto. Aspetto. E aspetto.
“Che tu sia dannato, detective! Di che cosa ridi?”
“È una magnifica giornata estiva, Victor. E non c’è niente che tu possa farci.”

Nessun commento: