lunedì 11 agosto 2008

Momenti

Tutti nella vita abbiamo qualcosa da ricordare. A volte sono esperienze brutte, ma che ci fanno maturare. Altre volte sono soddisfazioni che ci arrivano da quello che facciamo. E sono molto importanti, perché tutti abbiamo bisogno di sapere che stiamo facendo bene, che quello che facciamo ha un peso, un valore. Le motivazioni possono essere le più diverse, ma tutti siamo in cerca di risultati. Ed è giusto ottenerli, perché ne abbiamo bisogno per andare avanti, almeno tanto quanto i fallimenti, che sono lo stimolo a non ripetere gli errori e a migliorarsi. Nel nostro lavoro questi ultimi sono molto frequenti, e in questo caso i successi diventano ancora più preziosi e necessari. È curioso che io abbia rivisto questo episodio di “Scrubs” proprio quando il mio gruppo di lavoro in ospedale ha ottenuto uno di questi preziosi successi. Vedere un paziente ricoverato da un mese che continua a peggiorare nonostante tutto quello che fai è una cosa estenuante. Non solo perché ti dispiace che una persona giovane sia in pericolo di vita, ma soprattutto perché vieni messo di fronte alla tua incapacità di porre rimedio alla situazione. Ma bisogna avere pazienza, continuare a sperare e impegnarsi al massimo, e soprattutto essere disposti a correre dei rischi. E quando questi rischi ti portano al successo, è una gran soddisfazione, una di quelle che non si dimenticano per tutta la vita. Purtroppo non sempre i meriti vengono riconosciuti, ma non è molto importante. Quello che conta davvero è essere consapevoli che il nostro lavoro ha fatto la differenza. Come dicevo prima, i successi sono preziosi, nel nostro lavoro. Molti vanno in cerca di un grazie, di un abbraccio, di una stretta di mano, insomma di un gesto di gratitudine. Ma non so fino a che punto è giusto aspettarsi tutto questo. Oggi vengono date per scontate cose che un tempo non lo erano affatto, e quindi non è pensabile che vadano diversamente. Oggi, se guarisci un paziente hai solo fatto il tuo lavoro, se non ci riesci sei un incompetente e devi finire davanti a un giudice a spiegare la tua vita e tutto quello che hai sacrificato in nome del lavoro che ami. Per questo bisogna custodire i successi come un tesoro. Non per gli altri o per l’opinione che si fanno di noi. Ma per noi stessi. Per poter dire ‘Sono bravo in quello che faccio’, per dare un significato alle notti sacrificate sui libri, ai soldi spesi, alle rinunce. Per poter dire ‘Ce l’ho fatta’. E per avere la forza di pensare, il giorno dopo, quando non ce la farai, quando fallirai, ‘C’è sempre speranza’.

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