martedì 25 novembre 2008

Il castello nella foresta

Ero in quella che ormai mi piace definire la ‘mia’ libreria, e avevo già in mano due libri che in una precedente visita avevo selezionato come prossimi acquisti. Anche se l’intenzione era quella di avviarmi verso la graziosa signorina sorridente che stava alla cassa, non potevo resistere al desiderio di dare uno sguardo più approfondito agli scaffali e ai ripiani, ben sapendo che questo equivale a una tortura che ogni volta mi infliggo quando vedo cose che vorrei ma non posso comprare. Così, aggirandomi per quella stanza, ho visto questo libro. Ad attirarmi è stato il nome dell’autore, quel Norman Mailer che una volta ho citato come grande romanziere americano. Mi ricordavo che Mailer era morto meno di un anno prima, quindi questo doveva essere il suo ultimo romanzo in tutti i sensi. Sono rimasto pochi minuti soprappensiero, per poi decidere che quella settimana potevo sacrificare parte della spesa dei fumetti per prendere tre libri invece che i due che ero venuto a comprare.

“Il castello nella foresta” è un libro strano. Potrebbe essere benissimo un romanzo storico, con una particolare attenzione intimista ai personaggi protagonisti, ma con aspetti che si spingono ai limiti del sovrannaturale. È curioso che l’ultima fonte di ispirazione del grande romanziere americano sia stato colui che per unanime opinione storica e sociale è considerato l’icona del male del Novecento. Protagonista del romanzo è infatti Adolf Hitler, analizzato però non come l’uomo che la storia ci ha tramandato. Il romanzo ripercorre le vicende dei suoi genitori, dei suoi fratelli e della sua infanzia, con particolare attenzione agli aspetti più intimi e personali di questi personaggi e dei loro rapporti reciproci. La storia è narrata in prima persona da quello che all’apparenza è un ufficiale delle SS al servizio di Himler, ma che subito si scopre essere un diavolo emissario di Lucifero. E il diavolo ci racconta come, in quella notte del luglio 1888, lui stesso sia stato non solo testimone, ma addirittura artefice, del concepimento, in una locanda di Braunau, di Adolf Hitler. Un concepimento che, al di là del terzo partecipante, tutto è fuorché naturale. L’uomo è Alois Hitler, alto ufficiale della dogana del regno di Franz Joseph, lei è Klara Poelzl, sua terza moglie nonché probabilmente sua stessa figlia. Da quel momento, tutte le vicissitudini della famiglia Hitler vengono narrate dal diavolo con incredibile dovizia di particolari, da quelli più sentimentali a quelli più torridi e scabrosi.

Indubbiamente una prova di coraggio quella sostenuta da Norman Mailer nello scrivere questo romanzo, che non ci risparmia aspetti dissacranti della vita familiare e sociale dei suoi personaggi. Molto interessante risulta anche la dicotomia tra le forze del Male e del Bene, analizzate dal punto di vista del diavolo, con la descrizione sistematica e puntigliosa delle sue arti malefiche atte a corrompere e manipolare l’animo umano, paragonate a quelle di Dio e dei suoi angeli i cui sforzi mirano a proteggerlo. Una lettura quindi interessante, avvincente e spesso velata di una grottesca ironia, e se è vero che una buona misura del valore di un romanzo di ambientazione storica è il numero delle fonti consultate, basta gettare un occhio alla lunga bibliografia per capire che “Il castello nella foresta” è molto di più che una semplice storia dal sapore sovrannaturale.

A quel tempo, nel 1900, in Adolf Hitler non era ancora scattata la brama di sterminare gli esseri umani nelle camere a gas. Perciò se parlo di un anno come il 1945 è perché non voglio stabilire un nesso diretto con i mesi successivi alla morte di Edmund. In quegli anni, guidato in tutto e per tutto dal Maestro, mi adoperavo solo a intensificare in Hitler la precoce sensazione che sarebbe diventato un agente importante degli dei della morte. Questo lo autorizzava a credere che al sua fine sarebbe stata diversa da tutte le altre. Naturalmente non mi era dato prevedere le proporzioni future. Avrei fatto altrettanto per Luigi Lucheni se da piccolo fosse stato mio cliente.

2 commenti:

Fra ha detto...

Comprato qualche tempo fa insieme alla trilogia della città di k. e novecento, in attesa di lettura.
Ormai siamo telepatici anche negli acquisti :D
Un abbraccio
Fra

Adryss ha detto...

Pare proprio di sì! In effetti, avevo il sospetto che qualcuno mi leggesse nella mente, negli ultimi tempi... e adesso ho scoperto che sei tu! Meno male che non ti lasci confondere dai miei pensieri impuri! Un bacio, ^_^