sabato 13 giugno 2009

Darker than black

Ancora una volta mi trovo alle prese con una miniserie manga tratta da un anime. Già in passato mi è capitato più volte di parlare di prodotti di questo tipo, dato che negli ultimi anni c’è stata una sorta di inversione di tendenza. Mentre prima era una regola che l’opera originale fosse il manga da cui poi veniva tratto un anime, di recente capita che i ruoli si invertano. È il caso di “Wolf’s rain”, “Neon Genesis Evangelion”, “Full metal panic!”, “Orphen” e altre ancora. Stesso destino ha avuto “Darker than black”, miniserie in due volumi da pochissimo pubblicata e tratta dall’omonima serie animata. Purtroppo, però, di quest’ultima non ho mai visto un episodio, e l’unica cosa che mi ha spinto a comprare il manga è stata una rapida occhiata data in fumetteria, oltre al fatto che fossero solo due numeri. Devo dire però che, a mio parere, due numeri non bastano. Ma andiamo con ordine.

In un ipotetico futuro non molto lontano, Tokyo viene sconvolta dall’apparizione di un territorio chiamato Hell’s gate, un luogo misterioso che viene subito circoscritto con un enorme muro e a cui viene vietato l’accesso. Nello stesso momento, compaiono degli individui dotati di poteri terrificanti e conosciuti solo col nome di ‘contraenti’. È questo lo scenario di apertura della storia, che ha come protagonista Kana, una adolescente il cui padre è morto un anno prima in una misteriosa strage di massa. Ma Kana non riesce a rassegnarsi alla morte del padre, e continua a compiere ricerche su di lui, fino a che, un giorno, non incontra per caso un uomo che gli somiglia in maniera incredibile. Da quel momento, la ragazza viene coinvolta in una serie di vicende che ne mettono a rischio la vita, incontrando misteriosi individui che tentano di ucciderla. Un altro incontro, però, è destinato a cambiare il corso della sua vita. Si tratta di Hei, anche lui uno dei contraenti, che però, in più di un’occasione, la salva e la protegge. Da questo incontro, Kana arriverà a scoprire la verità sul padre e sulle circostanze della sua presunta morte, così come si cominciano a delineare alcuni dettagli sulla natura dei contraenti. Questi non sono altro che esseri umani, che in circostanze misteriose acquisiscono poteri straordinari, per lo più di controllo elementale, ma questi doni hanno un prezzo. I contraenti diventano esseri del tutto privi di sentimenti ed emozioni, agiscono solo per i loro interessi o per compiere le missioni che vengono loro assegnate, e non si fanno alcuno scrupolo ad uccidere. Quali siano le reali identità di personaggi come Krang e Kanon, e quali i loro scopi, si scoprirà solo nel corso della storia, come pure il ruolo che ognuno avrà nel processo di maturazione di Kana.

La serie procede ad un ritmo incalzante, tra una scena d’azione e un momento di riflessione in cui alcuni aspetti vengono chiariti. Tuttavia, come dicevo all’inizio, forse non sono bastati solo due volumi per esprimere al meglio la potenzialità della storia. Molti aspetti che potevano risultare interessanti se ben analizzati sono stati appena accennati, senza essere approfonditi, come ad esempio le origini dei contraenti. Ma anche alcuni aspetti puramente narrativi mi sono sembrati troppo abbozzati, uno per tutti i rapporti tra i personaggi principali, che secondo me avrebbero meritato un’analisi un po’ più approfondita. A quanto pare, dunque, in questa versione cartacea si è preferito enfatizzare l’azione e le atmosfere fantascientifiche e sorvolare su altri aspetti, che magari nell’opera animata sono stati più curati (come dicevo, non ho avuto modo di vederla). In definitiva, vale la pena di leggere questi due volumetti, se l’obiettivo è quello di trascorrere un paio di ore seduti in poltrona, chi ha invece maggiori pretese, forse farebbe meglio a evitarli.

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