lunedì 1 marzo 2010

Skreemer

L’America è nata nelle strade. E sono le strade e i loro abitanti i protagonisti di questo racconto in puro stile noir, scritto da Peter Milligan. Una storia in cui possiamo cogliere tutte le sfumature di quelle che erano le strade delle metropoli americane negli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale, quando la crisi economica e il proibizionismo resero le città dei luoghi selvaggi, dove l’unico dio era il denaro e l’unica legge la violenza. Dove se non eri il cacciatore, non potevi evitare di essere la preda.

È in questo mondo che vivono i protagonisti della storia, che Milligan costruisce, attraverso frammenti di ricordi, seguendo il loro percorso per più di quarant’anni. In questo contesto, assistiamo all’ascesa al potere di un ragazzo, un altro dei relitti umani, brutalizzato dalla vita e dal mondo in cui è costretto a muoversi per sopravvivere. In questo stesso mondo, però, si muove anche qualcuno che non perde la speranza, che continua a scandire i giorni con le strofe della canzone ‘Finnegan’s wake’, una canzone dei tempi andati, quando le strade e i quartieri non erano il dominio dei ‘presidenti’, i capi delle bande di gangster, e dei loro skreemers, gli esecutori dei loro ordini, i dispensatori di morte. Veto è uno di questi. Fin da bambino ha capito che la sua strada è quella della violenza, che se vuole ottenere quello che desidera deve scegliere di stare dalla parte di chi fa soffrire e non di chi soffre. Veto è freddo, spietato, preciso, mai un’emozione, mai un tentennamento. È disposto a passare sopra tutto e tutti, anche su quelli che sono da sempre stati i suoi amici. Così, uno dopo l’altro, elimina tutti quelli che gli stanno davanti sulla strada del successo, fino a diventare l’unico degno del nome di Skreemer. Ma Veto nasconde un segreto, qualcosa che per molti aspetti ha del soprannaturale, qualcosa che lo induce a guardare il mondo che lo circonda con occhi molto diversi da chiunque altro. Quelli che potrebbero sembrare i deliri mistici di un invasato non sono altro che frammenti di un futuro che fin da piccolo gli si è spalancato di fronte agli occhi, e non lo ha più abbandonato. Perché in definitiva, è proprio questo che Veto cerca: il modo per spezzare il futuro, per essere finalmente libero. E l’unico modo che si può avere per sfuggire al futuro, per cambiare il corso della storia, per essere finalmente libero, è morire.

Dalle frasi dure e acuminate di Peter Milligan, coadiuvato dai disegni dinamici e spigolosi di Brett Ewins e Steve Dillon, nasce una graphic novel dal sapore amaro e crudo, ma che contiene in sé anche elementi di speranza e positività, e un messaggio di supporto per tutti quelli che hanno la forza di opporsi al male e alla violenza, anche a costo di enormi sacrifici, perché alla fine, a chi non smette di credere nei proprio principi di umanità, il destino non potrà che sorridere.

Nessun commento: